Nell'immaginario dei mercanti e dei Romani, parlando con loro, si ha il senso che Porta Portese sia eterno.
Cambiare l'anima di questo mercato sarebbe un danno per l'Italia.
Appartiene a Roma e l'influsso dell'ambiente coinvolge tanto chiunque ne faccia parte, sia mercanti che visitatori, che ne viene trasformato e lo trasforma.
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Ricordi e Storie
I vecchi mercanti o gli eredi di famiglia, se chiedi a loro, ricordano l'anno da cui hanno cominciato a venire.
Va considerato che è un servizio che coinvolge ogni domenica e qualcuno addirittura da 75 anni.
*Per esempio, Giulia, ti fa vedere la data esatta con la fotografia datata 17 maggio 1975, in realtà veniva la nonna dal 1932.
*Un altro, Romolo, dice che morto il padre mercante di vino, la madre si arrangiava comprando lenzuola in Umbria per venderle a Porta Portese, ma non c'erano soldi quindi facevano scambi merce; il nipote 70enne ancora oggi va al mercato.
*Un altro, Manuel, ritiene che Porta Portese non sia solo un mercato, ma una cultura che viene condivisa e tramandata anche da chi non è italiano a volte, è il passaggio di un testimone da un mercante all'altro.
*Per un altro, Raffaele, i primi ricordi sono della nonna che nel 1933 si trasferì a Roma e cominciò a vendere a Porta Portese, trasferendo poi il banco al figlio che lo trasferì poi a lui, il nipote, e che così continuerà.
*Un altro mercante, Mauro, i cui genitori nel '57-'58 avevano il banco a Ettore Rolli, traferito in via Ippolito Nievo,
racconta che era ancora tutta campagna, in compenso però aveva vicino il circo coi leoni;
ebbero un grande incidente d'auto e la madre venne trasportata in coma all'ospedale San Giovanni,
dopo qualche tempo applicarono la musico-terapia e riprese conoscenza con la canzone di Porta Portese.
*Walter sostiene di andare a Porta Portese da 75 anni, tutte le domeniche, se chiedi quanti anni ha risponde 74, il motivo è perché la mamma era incinta di lui quando ancora lavorava a Porta Portese nel 1949.
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